Intervista #11 Chiara (1/4) – dalla Francia alla Germania

Chiara è stata mia compagna di classe più di una decade fa.
Di recente si è trasferita in Germania e colgo l’occasione per farle qualche domanda e condividere la sua storia.

Ciao carissima, innanzitutto grazie per aver trovato il tempo per rispondere alle mie domande. 
Se non ricordo male, dopo la maturità hai studiato legge a Milano … 
Sì, esatto. Mi sono laureata in legge alla Statale di Milano. Mi sono specializzata e laureata in diritto penale perché era (anzi è) la mia passione. Forse in questo non sono stata molto lungimirante, essendo il settore del diritto più nazionale di tutti e considerando come sono andate le cose …

E hai passato, durante l’università, un anno in Francia …
Sì, l’ultimo anno di studi ho fatto l’Erasmus a Parigi. Ho scelto Parigi perché non avevo destinazioni in Gran Bretagna, dove avrei voluto migliorare l’inglese. Non mi pento della scelta (anzi!) anche se il francese non mi è poi tornato utile e lo sto dimenticando.

Com’è stata l’esperienza a Parigi? 
L’esperienza parigina è stata una delle più belle della mia vita. In parte perché è l’esperienza “Erasmus”che è di per sé divertente (molto!), ma oltre a quest’aspetto andare all’estero così giovane ti arricchisce enormemente. Quando sei all’estero da solo impari a cavartela, impari una lingua nuova (perché altrimenti non puoi comunicare), conosci gente proveniente da tutto il mondo, scopri come funzionano le cose negli altri paesi, allarghi i tuoi orizzonti (personali e culturali) e ti ritrovi a fare cose che non ti aspettavi nemmeno tu di fare o di essere in grado di fare.

Hai mai pensato di trasferirti in Francia a lungo termine? 
Parigi continua ad essere la mia città preferita e ho sempre pensato che, se fossi finita all’estero a vivere e lavorare, sarebbe stato in Francia e a Parigi, per l’appunto. Invece le cose non sono affatto andate così.

Dopo la laurea ho iniziato a cercare uno studio legale dove svolgere la pratica per diventare avvocato e mi sono orientata da un lato verso gli studi specializzati esclusivamente in diritto penale, dall’altro verso grossi studi di diritto internazionale. Uno studio di diritto francese a Milano mi aveva offerto anche di andare a Parigi per fare uno stage (ovviamente pagato la bellezza di 1.000 euro, cifra inverosimile per la realtà milanese!) e mi sarei occupata, mi venne detto chiaramente, esclusivamente di traduzioni senza alcuna possibilità di crescita né di assunzione.

Declinai quindi, forse sbagliando, l’offerta perché per quanto allettante mi avrebbe fatto perdere uno dei due anni di pratica necessari per fare l’esame di Stato.
Sono rimasta a Milano e alla fine sono stata selezionata e ho scelto di andare studio di diritto penale di Milano dove ho lavorato fino al giorno prima della mia partenza per la Germania.

Cosa ti ha spinto in Germania? Come mai questa destinazione, considerando che lavorare nel tuo settore adoperando la lingua tedesca non deve essere per nulla facile!
No, infatti la Germania non è mai stata nei miei piani né come meta turistica (non la conoscevo affatto) né, (figurati!) come posto dove vivere. È stato l’amore che mi ha spinto qui, insieme con “antipatiche” vicissitudini milanesi. Per fartela molto breve, il mio attuale marito, Markus (tedesco), è stato un mio amore d’infanzia. Mi ha ricontattata dopo 15 anni da quando ci incontrammo la prima volta in Grecia e io non ci misi né uno né due a prenotare un volo per rivederlo e … ci siamo innamorati di nuovo!

Abbiamo fatto avanti indietro per due anni (massacrante) e poi è successa una cosa che non doveva succedere e che ha fatto traballare tutto l’equilibrio delle mie convinzioni (lavorative) che ormai, dopo tre anni di duro e sottopagato lavoro, era già di per sé piuttosto precario: sono stata bocciata all’esame d’avvocato.

È crollato ai miei occhi il sistema in cui (sebbene schifoso) credevo fermamente e ho dato una svolta alla mia vita decidendo di dare una possibilità alla mia relazione con Markus, perché, di fatto, a quel punto avevo perso un anno. Rifatto lo scritto d’avvocato a dicembre 2012, tempo di organizzarmi e di decidermi veramente e il primo marzo 2013 ero qui.

Ora dopo poco più di un anno sono sposata e ho uno splendido bambino.

L’intervista prosegue a breve… rimanete sintonizzati!

Link alla Parte 2/4

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