Attenzione Attenzione!
Il seguente articolo potrebbe suscitare incazzature.
Nel caso dovesse succedere vi informo che
- poco importa
- vi avevo avvisato!
Choosy
choos·y /ˈCHo͞ozē/ Adjective: Overly fastidious in making a choice
Forse meglio descritto da questa frase presa dall’articolo linkato a fondo pagina:
«Uno che viene al colloquio di lavoro accompagnato dalla mamma, l’altro che, al telefono, ti risponde che è interessato ma non prima di tre mesi perché sta studiando per la patente. Ma si può?»
Ovviamente sono consapevole che la situazione lavorativa in Italia non è delle migliori, però bisogna ammettere che molti connazionali non vogliono lavorare se non alle loro condizioni.
Non pochi con la scusa che manca il lavoro nemmeno lo cercano, tanto ci sono mamma e papà che pagano l’università, ovviamente fuori corso, oppure per il master da 10mila euro che probabilmente non li aiuterà a trovare lavoro ma, anzi, posticiperà di qualche anno il loro ingresso nel mondo del lavoro.
L’ingresso nel mondo del lavoro
Per confrontarci con il resto dell’Europa, o meglio del mondo, l’età è un fattore chiave.
Altrove, non in Italia, solitamente i giovani si laureano a 21-22 anni (laurea specialistica inclusa, notare che la LS dura solo un anno negli altri paesi) e quindi iniziano a lavorare molto presto.
In Italia, purtroppo, l’università e il sistema scolastico non fanno che ostacolare gli studenti nel raggiungere i loro agognati titoli di studio. Ogni esame deve essere una guerra e laurearsi nei tempi stabiliti spesso diventa una sfida non banale, e ve lo dice uno che ha studiato ingegneria e ha sputato sangue per finire in tempo!
All’estero questo non succede. L’università se deve durare 3 anni, durerà TRE anni non 4 o 5, non è possibile andare fuori corso, a meno di rare eccezioni. Perchè mai? perchè tu paghi per un servizio e il sistema non è improntato sul metterti i bastoni tra le ruote fin dal primo giorno!
Questo implica che in Italia chi è gamba, solitamente una bassa percentuale degli studenti, si laurea a 23-24 anni, mentre la maggior parte va fuori corso e spesso finisce per entrare nel mondo del lavoro solo a 26-28 anni, se va bene!!!
Ora immaginate di laurearvi a 28 anni e partire per il Regno Unito alla ricerca di una posizione da neolaureato. Mettiamo caso che vi assumano…
… molto probabilmente vi ritroverete ad essere sotto un ragazzo/a di 25 anni, o anche meno, che avrà già qualche anno di esperienza mentre voi sarete alle prime armi!
Questo comporta che il suddetto giovane europeo non italico all’età di 30 anni sarà già in una posizione avanzata a livello professionale, avrà un ottimo stipendio e diversi anni di esperienza alle spalle, mentre l’italiano medio sarà ancora a sgomitare nel mucchio…
Riflessione
Che dire in merito… da un lato non è colpa nostra se il sistema ci da contro, però dall’altro ci vorrebbe un po più di intraprendenza e fame da parte dei giovani d’oggi.
Siamo di fronte a una generazione di rammolliti, che vivono con i genitori fino a 35 anni, si fanno stirare le mutande, non sanno fare una lavatrice, non parlano inglese però hanno l’Iphone5 e ogni estate si fanno quei dieci giorni al mare ad Ibiza o in qualche altra località ultra scontata, ovviamente restando tra italiani e mai relazionandosi con ragazzi stranieri.
Mi auguro che tu, caro lettore, non ti riconosca nei luoghi comuni da me sopra citati, ma se così fosse spero questa sia opportunità per riflettere sulla tua situazione.
Queste critiche saranno difficili da comprendere e digerire per chi non ha vissuto fuori dai confini, per chi non si è confrontato con la gioventù del mondo e con culture diverse dalle nostre, e per questo vi invito a confrontarvi con il mondo e non limitarvi al cortile chiamato Italia.
Purtroppo mi dispiace ammetterlo, ma siamo molto indietro!
Non tutto è perduto però, possiamo recuperare, ciò richiede sacrificio e apertura mentale.
Specie nell’era di internet e della globalizzazione cercate il piu possibile di
- confrontarvi con i giovani degli altri paesi, che siano inglesi, francesi o rumeni poco importa!
- studiate bene l’inglese e praticatelo appena ne avete l’occasione
- viaggiate il più possibile, conoscete le persone del posto, trovate similitudini e differenze, riflettete
Link all’articolo:
«Assumo ma troviamo solo stranieri. Perché? Gli italiani non hanno fame»