INTERVISTA #12 – Dall’Italia al Regno Unito: gaming industry

Quella che segue e la storia di una cliente, che ho aiutato con CV e CL, e che si e’ trasferita a Londra per lavoro da ormai poco piu di 6 mesi. Leggerete molte informazioni utili su come approacciare la ricerca e il trasferimento. Enjoy.

Ciao Raffaella, ci racconti cosa facevi in Italia e cosa ti ha spinto a cercare lavoro all’estero?

Ho sempre lavorato per aziende del settore entertainment, principalmente publisher e distributori videogames e home video, coordinando operations, logistica e customer care. Circa un anno fa ho fatto un punto della situazione e mi sono scoperta profondamente insoddisfatta del mondo del lavoro in generale e della mia situazione in particolare: le aziende italiane limitano le assunzioni e questo genera cronici problemi di mancanza di personale. Il risultato e’ che chi ha la fortuna di avere un impiego si trova a gestire dei carichi di lavoro fuori da ogni logica umana. Il carico ingestibile porta a un drastico peggioramento della qualita’ del lavoro: in breve, non ero soddisfatta dei miei risultati lavorativi (per necessita’ lavoravo male!) e le prospettive di carriera erano davvero deprimenti.

Mi trovavo con un buon contratto di lavoro, il classico « posto fisso » pagato abbastanza bene, sogno di ogni italiano, ma non ero felice. Mi sembrava di svendere la mia professionalita’ e la mia stessa vita per uno stipendio a fine mese. La situazione era diventata intollerabile e stava distruggendo la mia vita privata, quindi ho preso la decisione, avventata per alcuni, coraggiosa per altri, di licenziarmi e di tentare la sorte a Londra.

Come hai approcciato la ricerca, quanto tempo ci dedicavi e quanto ci e’ voluto per avere I primi colloqui?

Ho subito fissato una data di partenza per Londra, ma ho dovuto dare sei settimane di preavviso alla mia ex azienda, quindi mi sono portata avanti, iniziando a cercare lavoro dall’Italia: mi sono iscritta ai principali siti di annunci di lavoro e ho controllato giornalieramente le offerte. Dedicavo circa 20 minuti al giorno alla lettura degli annunci e all’invio del mio CV. Ho iniziato cercando nel mio settore, ma ho ampliato la ricerca anche per analoghe posizioni in altri settori. Ho scoperto che e’ molto difficile ottenere colloqui all’estero se si vive ancora in Italia, anche se mi sono offerta di volare a Londra in giornata. Le aziende non si fidano!

Dopo circa 4 settimane di ricerche, a pochi giorni dalla mia partenza, ho risposto a un annuncio e ho ottenuto un contatto presso un’agenzia. Una volta arrivata a Londra ho immediatamente avuto un colloquio in agenzia e ho evidenziato la mia esperienza specifica nel settore entertainment. Nonostante fosse luglio, un mese molto tranquillo, l’agenzia mi ha organizzato tre colloqui per altrettante multinazionali leader del settore. A tre settimane dal mio arrivo a Londra ho avuto due offerte di lavoro.

Come e’ stato il processo di selezione? 

Ho sostenuto due colloqui per la posizione che sto attualmente ricoprendo: il primo con il mio diretto superiore, il secondo con il direttore del dipartimento e il direttore del personale. L’azienda si e’ mostrata immediatamente interessata e ha dato un rapido feedback all’agenzia. A meno di dieci giorni dal primo colloquio ho avuto l’offerta.

Come hai vissuto il trasferimento e I primi tempi al nuovo lavoro?

Ho sempre desiderato abitare a Londra, quindi mi sono subito trovata nel mio elemento, ho trovato casa in meno di una settimana. Ho immediatamente amato il mio nuovo lavoro: dato che si tratta di un’azienda dello stesso settore in cui lavoro da 12 anni non ho avuto nessun problema di adattamento.

Che differenze, positive e negative, hai riscontrato rispetto al mondo del lavoro italiano?

La principale differenza e’ data dal Rispetto, con la “R” maiuscola. C’e’ Rispetto tra datore di lavoro e lavoratore. Ovviamente posso parlare solo per la mia azienda, ma c’e’ fiducia reciproca e molta flessibilita’. Il numero di persone impiegate e’ adeguato ai carichi di lavoro e il feedback da parte dell’azienda e’ puntuale. Negli ultimi due anni e mezzo in Italia non ho mai avuto una valutazione della qualita’ del mio lavoro : il mio capo non mi ha mai valutata! Nella mia attuale azienda ricevo costantemente feedback e so esattamente in che direzione lavorare per migliorare il mio operato.

Un’altra grande differenza e’ data dall’attenzione per il bilanciamento di vita professionale e vita privata: se necessario si e’ autorizzati a lavorare da casa e questo non e’ visto con sospetto. Il tempo passato in famiglia non e’ una colpa: cio’ che importa e’ il risultato, non il mero numero di ore passate in ufficio!

Onestamente non trovo differenze negative…

Tirando le somme, come giudichi la tua esperienza inglese, finora?

La mia vita e’ cambiata totalmente, in positivo. In Italia ero sempre stanca, nervosa e depressa. A Londra sono letteralmente rinata e sono felice di andare al lavoro ogni mattina.

Cosa consiglieresti a chi, come te, sogna di lavorare all’estero? 

Consiglio di pianificare lo spostamento nei minimi dettagli. A livello lavorativo e’ fondamentale conoscere molto bene la lingua. Se avete esperienze specifiche in determinati settori puntate su quelle e puntate su un CV scritto da un esperto (sono soldi spesi bene). Iniziate a farvi un’idea della situazione controllando i siti di annunci di lavoro.

A livello pratico, valutate di partire e cercare concretamente lavoro in loco: investite qualche risparmio per mantenervi a Londra per un paio di mesi, cercate di non partire senza qualche fondo di emergenza.

Grazie mille Raffaella e buon proseguimento!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *