Intervista #5 – Andrea, fotografo tra Sud America e Spagna

Andrea è un mio ex compagno dell’università. Abbiamo studiato ingegneria informatica insieme e ci siamo laureati alla triennale nel lontano aprile 2007. Da allora le nostre strade si sono divise ed ho avuto modo di incontrarlo di nuovo durante una visita alla città di Barcellona, dove adesso dimora.

Andrea, grazie per la disponibilità, ti va di raccontare cosa hai combinato dopo la laurea? 
So che hai lasciato il nostro paese appena conseguita la laurea…

La mattina dopo la laurea mi hanno chiamato dalla sede e mi hanno proposto di partire per
il Messico in un paio di giorni; nemmeno 48 ore da disoccupato!! In realtà ho poi dovuto
aspettare una settimana in piú per complicazioni alla questura per farmi il passaporto, era
l’anno che mettevano il chip elettronico e si sono sbagliati, hanno scambiato il chip con il
passaporto di qualcun’altro.

Ho lavorato i primi 6 mesi in Messico e ho deciso di rimanere con la stessa compagnia perché il lavoro era affascinante e mi permetteva vivere in un vero e proprio paradiso, la Riviera Maya. Ho poi continuato a lavorare come fotografo per altre 11 stagioni ovvero quasi 6 anni, ho avuto la fortuna di spostarmi anche in Repubblica Dominicana dove ho conosciuto la mia attuale moglie e nell’ultimo periodo ho lavorato anche in Italia e in Spagna.

Ci parli del tuo lavoro?

Di questi anni come fotografo ho un ottimo ricordo, é stata un esperienza incredibile,
faticosa ma gratificante. Il lavoro del fotografo nei villaggi consiste nel fotografare i turisti e
vendere le foto nel negozio. Non é un lavoro difficile, ci vuole molta pazienza,
buona attitudine con le persone e tantissima energia; si lavora tante ore e bisogna sempre
essere molto attivi e produttivi.

Come sei passato da neo ingegnere informatico a fotografo? In che modo hai sviluppato le competenze necessarie per trovare il primo lavoro e andartene così lontano dall’Italia?

In realtá ho sempre avuto la passione per la fotografia e ad essere sincero non ho dovuto
sforzarmi molto per imparare a fare le foto; quello che mi é costato di piú é stato entrare nella
mentalitá del venditore. Ad ogni modo dopo solamente 2 stagioni mi hanno fatto responsabile di
struttura, che significa avere un sacco di responsabilitá sulle spalle e dover organizzare il lavoro, la contabilità, il negozio, il magazzino e il personale tutto da solo (il mio capo stava in italia e io ero da solo in Messico).

In questo aspetto del lavoro mi sono trovato bene perche la mentalitá ingegneristica mi ha aiutato a fare decisioni volte all’ottimizzazione delle risorse e del materiale.
Alla fine é solamente una questione di sapersi organizzare e fare in modo che ci sia una buona
comunicazione fra tutti gli agenti coinvolti nel processo lavorativo; grazie a delle mie idee l’azienda ha perfezionato delle situazioni critiche che minacciavano la produttivitá. Negli ultimi anni ho preso sempre piu un ruolo di leader che di fotografo, mi hanno fatto fare formazione di personale, selezioni, aperture di hotel..

Ci racconti in breve come ti è sembrato vivere in sud america?

Per la mia esperienza posso parlare solo di Messico e Dominicana. Sono due paesi con molti contrasti e averli vissuti nel mondo del turismo non può sicuramente avermene dato una visione completa; ad ogni modo il cambio rispetto all’Italia é molto grande.

La mentalità della gente e il modo di vivere sono molto più nel “dia a dia”, si vive di più alla giornata, si sfrutta meglio quello che si ha, anche se alle volte é poco. Non esiste quasi la mentalità a lungo periodo e forse questo rende le persone più spontanee, meno calcolate. Anche a livello lavorativo normalmente le persone che ho conosciuto avevano gia fatto 4 o 5 lavori diversi negli ultimi anni, cosa che in italia sembra un incubo, lá si vive con tutta naturalezza. Il lavoro come i soldi si perdono oggi e si trovano domani; basta cercarlo e non disperarsi o cercare di aggrapparsi allo Stato pensando che risolva tutto.

Hai trovato molti italiani in Messico / Sud America ? 
Consiglieresti una meta simile, così lontana ai nostri connazionali? Che potenzialità ci sono, se ci sono? 

Solo per darti un dato (non so quanto ufficiale); a Playa del Carmen in riviera maya ci sono più di 5000 italiani residenti,oltre a tutti quelli che fanno stagione che ovviamente hanno solo un visto turistico. E se penso alla dominicana la situazione non cambia, anzi forse ce ne sono ancora di piu in paragone. Di italiani se ne trovano sempre in tutte le parti del mondo; tanti ristoranti e pizzerie pero anche imprenditori che hanno visto possibilità di investire in paesi in via di sviluppo.

La macchina del turismo inoltre sta generando sempre più offerta di lavoro e le opportunità in queste località si sprecano. Per un italiano che parla almeno un po di inglese e spagnolo trovare lavoro é questione di poche settimane. C’è da dire anche che all’estero siamo visti come ottimi lavoratori e non potrei essere più daccordo.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?

Avendo il lavoro il vitto e l’alloggio garantiti dalla partenza non ho avuto i tipici problemi di “insediamento” nei paesi dove sono stato. Al contrario, in alcune occasioni avrei preferito dover cercar casa e vedete qualcosa di più al di fuori dell’hotel.

Le difficoltà sono state più culturali che altro; io facevo il “capo” a casa loro e ho dovuto imparare ad essere molto tollerante e sono cambiato molto in questo senso. Pero adattarmi alla cultura locale mi ha fatto scoprire tutta la sua ricchezza e la sua diversità.

Sapevi già lo spagnolo prima di partire?

Parlavo francese e inglese, non mi é stato difficile impararlo; ad ogni modo, come consiglio sempre a chi vuole imparare un altra lingua, non c’è come parlare parlare e parlare. Sbagliarsi mille volte e farsi correggere altrettanto. Invece di spendere soldi in un corso di spagnolo in italia é meglio andarsene in Spagna o in Sud America anche solo un mese o due e cercare di stare a contatto con la gente del posto.

So che hai completato il master in fotografia da poco, cosa hai in mente per il futuro?

Il futuro qui in Spagna temo non sarà facile, la crisi c’è e si sente. Inoltre la figura del fotografo é sempre meno apprezzata. Ad agosto comincerò a cercare lavoro e vediamo cosa salta fuori, altrimenti dovrò ripartire per una o due stagioni ai Caraibi.

Europa o oltre oceano?

Domanda difficilissima. Europa é casa, é la mia cultura, la mia gente peró allo stesso tempo c’é troppo stress, troppo capitalismo e la gente é sempre più nervosa. Il Sud America é meraviglioso pero non so fino a che punto mi sento a casa; da loro dovremmo imparare tutti un po di umiltà, valorizzare la famiglia e gli affetti e vivere più allegri e sereni.

Grazie mille Andy, in bocca al lupo per tutto!

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