Riporto un articolo del Corriere piuttosto veritierio, aime’.
Quei 500euro in più guadagnati da chi va via
I neolaureati sono sottopagati in Italia (1200 euro al mese per i più fortunati), almeno quelli che trovano lavoro e non finiscono in uno stage a 600 euro al mese.
Basta valcare le Alpi e i salari offerti sono più che dignitosi. Per quanto riguarda l’UK, sottoscrivo che la differenza è anche superiore ai 500 euro, parlando di settori scientifici/tecnici.
Tuttavia, a mio parere non sono questi cinquecento euro a fare la differenza, bensì la possibilità di crescere professionalmente, acquisire competenze e responsabilità maggiori, più in fretta che in Italia e quindi ottenere retribuzioni migliori.
Ovviamente non è banale inserirsi in un paese straniero, impararne la lingua, crearsi una reputazione e dimostrarsi affidabili agli occhi del proprio datore di lavoro e vedersi aprire determinate porte.
Ma se fosse facile lo farebbero tutti, no?
La nota positiva qual’è? che per una persona (più o meno) giovane che si trova del tutto scoraggiata dal mondo del lavoro in Italia (e io ero uno di questi), c’è una possibilità di riscatto altrove. Nell’era di internet, della globalizzazione e dell’informazione a portata di mano non ci sono davvero scuse per non avventurarsi all’estero.
Concludo dicendo che I soldi non sono tutto, pero dal momento che si accetta uno stipendio da fame, si verrà trattati di conseguenza, ci si sentirà sfruttati e presi in giro, e questo difficilmente può motivare una persona e ne intacca l’autostima.
Se il tuo lavoro e’ uno schifo questo si riflette su tutti gli altri ambiti della tua vita. Quindi bisognerebbe cercare di non accontentarsi ma ambire sempre a migliorare la propria situazione (piu facile a dirsi che a farsi, lo so!).
Si vive una volta sola, no?