3 anni a Londra

Tre anni fa, 28 – 07 – 2011 atterravo a Heathrow con un volo EasyJet.

L’essenziale con me, in una valigia da 20kg: un gi per BJJ, un vestito elegante, il mio portatile nello zaino e molta energia positiva: la consapevolezza di non aver nulla da perdere, un po di sana incoscenza e tanto ottimismo. 
 
Se anche non fosse andata in porto sarei sempre potuto tornarmene a casa dopo qualche mese.

La cosa più importante, a pensarci bene, era che finalmente prendevo una decisione drastica, di mia spontanea volontà, contro il common sense e le aspettative degli altri, facendo quello che non si sarebbe dovuto fare.
 
Sulla carta non aveva molto senso, era logico restare a Milano, incassare quei 1300-1400 euro al mese (facendo un lavoro che non mi piaceva), avere le mie sicurezze (e le numerose frustrazioni), il mio appartamento, vedere la mia famiglia ogni weekend, i soliti amici, e tirare avanti, no?

 

Nessuno mi ha costretto ad andarmene, ripeto, e proprio questo fatto mi ha spronato a fare del mio meglio, sapendo che era tutto nelle mie mani, non avevo scuse di alcun tipo: me l’ero cercata e ora dovevo dimostrare, a me e al prossimo, di cosa ero davvero capace.
Come è noto, per ottenere qualcosa bisogna rischiare, e il rischio è sempre proporzionato alla ricompensa. E’ necessario abbattere i ponti (licenziarsi dal posto indeterminato) in modo da non avere reti di sicurezza e sentirsi con le spalle al muro, senza una facile via d’uscita. Facendo questo si lascia la zona di comfort e si entra in un territorio ignoto, dove affronteremo le nostre paure e impareremo a conoscerci meglio, mettendoci alla prova con quello che fino a prima avevamo evitato.
Consapevoli del fatto che “chi non risica non rosica”, scegliete le vostre battaglie / avventure e a un certo punto buttatevi, perchè le nostre potenzialità come essere umani sono enormi, ma per la maggior parte del tempo viviamo col freno a mano tirato, sempre timorosi del giudizio altrui e di lasciare la strada più trafficata, quella che seguono tutti, e quindi quella meno gratificante e più affollata.
Take a chance…

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