Emigrazione 2.0 e riflessioni

Come promesso ecco un articolo riguardo al video Emigrazione 2.0

Mi duole dirlo ma in effetti questo documentario descrive bene la situazione di molti giovani italiani (e non solo).

Sono sempre di piu i giovani, spesso laureati, che lavorano nella ristorazione o in settori che non hanno nulla a che vedere con quello che hanno studiato. Praticamente in ogni Caffe Nero o Pret si trova personale italiano!

Quello che non mi piace e non condivido è il tono polemico, disfattista ed estremamente negativo, classico dello stile italiano “lamentarsi e piangersi addosso”.

Mi permetto di criticare il seguente messaggio: “chiunque si trasferisca a Londra/all’estero deve passare attraverso la gavetta del kitchen porter o dei lavori non qualificati”

E’ vero per molti ma non per tutti, e starà a voi fare la differenza!

Ritengo che le cause e i motivi che portano cosi tanti ragazzi a fare questi lavori sono:

  • scarsa conoscenza dell’inglese
  • non aver maturato un’esperienza utile e significativa in Italia
  • non avere una professionalità spendibile o che li renda appetibili sul mercato inglese
  • non provare nemmeno a cercare un lavoro qualificato buttandosi subito nella ristorazione  (o simili)…
  • … e una volta assunti a tempo pieno goodbye ricerca lavoro dei sogni
Farsi assumere da Costa Coffee o Starbucks non è molto difficile, il problema è che una volta che si inizia a lavorare non si avranno più, ne tempo, ne energie, ne la giusta concentrazione per cercare un lavoro qualificato.
La ricerca lavoro, non smetterò mai di ripeterlo, è un lavoro a tempo pieno.
Ricordo ancora le ore passate ogni giorno, esaminando annunci, modificando CV, scrivendo cover letter.
E non basta, poi devi rispondere alle email, fare assessment test online, compilare form infiniti per mandare la tua application…
… ricevere telefonate dai recruiter, saperti vendere nel modo migliore, a volte senza nemmeno sapere per quale posizione ti hanno richiamato perchè hai mandato cosi tanti CV che hai perso il conto!
Momenti di gioia ed euforia nel vedere risposte alle proprie candidature, l’emozione di un colloquio e poi le fasi di down, la risposta negativa, o nessuna email/telefonata utile per qualche giorno.

Tirando le somme

Bisogna avere un pò di risparmi da parte e concedersi almeno due mesi di tempo durante i quali dedicarsi al 110% alla ricerca del lavoro desiderato.

Anche i giovani inglesi faticano a trovare il primo lavoro, quindi vi troverete a lottare con loro per farvi assumere e non sarà facile.

A mio parere, per distinguervi, è necessaria un’ottima conoscenza della lingua e una qualche esperienza lavorativa maturata in precedenza!

Mettetevi nei panni dei reclutatori e delle aziende e chiedevi questo:

perchè mai dovrebbero scegliere me e non un giovane inglese (o spagnolo, o greco?) che valore aggiunto offro?

Chi ha detto che sarebbe stato facile?

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